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Sciamani Guerrieri del Nord Europa

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odino.ilvecchio
view post Posted on 18/1/2010, 19:52




Avevo postato nella vecchia sezione questo articolo realizzato diversi anni fa.
Aprendo questa nuova, ho pensato di ripostarlo.

Buona lettura.

Pur non esistendo documenti storici (come del resto per molte altre Tradizioni) che possano indurci a parlare specificatamente di Sciamanesimo Nordico, sappiamo con certezza che tutta la Tradizione del Nord Europa è caratterizzata da questa Pratica magico-spirituale. Questa certezza viene non solo da quello che l’archeologia ci ha tramandato, ma anche, e forse per certi versi ancora più importante, da un’attenta lettura del Mito nordico, nel quale si possono trovare Carmi e Saghe che indicano inconfutabilmente la presenza costante dell’elemento sciamanico, soprattutto mediante la conoscenza e l’uso delle Rune.
- Nella Voluspà, per esempio, la Veggente interrogata, parlando dell’inizio del mondo e della sua fine, sottolinea il sacrificio di Odino alla fonte di Mimir per ottenere la Conoscenza.
- Sempre nello stesso testo, citando le tre Norne, le tre Tessitrici, si parla dell’incisione di Rune da parte loro su assi di legno.
- Si riferisce inoltre dell’Yggdrasill, il Grande Frassino che sorregge l’universo intero. Esso è parte fondamentale della Tradizione nella Vecchia Fede, così come l’ Albero universale è parte delle Tradizioni sciamaniche di tutto il mondo.
- Nella Canzone dell’Eccelso Odino accenna al suo sacrificio sul Frassino per raccogliere le Rune e della cautela che l’uomo saggio utilizza nell’impiegarle. Il sacrificio di Odino ha un’evidente connotazione di percorso sciamanico.
- In altri Carmi si parla di trasformazioni di Wotan (Odino) in animali per conquistare l’idromele, o per compiere viaggi in giro per il mondo, ma anche della sua capacità di viaggiare in luoghi lontani, “lasciando che il corpo giaccia addormentato nella sua tenda”. La prerogativa inoltre di trasformarsi in animali e uccelli (corvi e aquile) per aiutare gli eroi, non è solo di Odino ma anche di altre divinità.
- Nel Carme di Sigrdrifa poi, l’uso delle Rune viene indicato per effettuare Guarigioni e incantesimi.
- Si dà molta importanza inoltre ad elementi come la divinazione e la stregoneria (Fjolkyngi), arte quest’ultima che significa "molta conoscenza" e che nulla ha a che vedere con lo stereotipo che si conosce oggigiorno di essa, alimentato da una visione religiosa medioevale sicuramente esasperata e coercitiva, della quale ancora oggi se ne sente il retaggio.
E’ proprio la somma di tutti questi elementi insomma, che ricorrono costantemente nelle più celebri raccolte in prosa, a confermare come la Tradizione Nordica abbia delle indiscutibili basi sciamaniche.

Un interessante e particolare aspetto che caratterizza lo Sciamanesimo del nord Europa, è che esso veniva utilizzato non solo per scopi di Guarigione, ma anche a fini puramente bellici. Significativo è il ritrovamento archeologico della piastra in bronzo rinvenuta a Torslunda in Svezia, dove si riconosce un Guerriero Ulfedhinn con le proprie armi di appartenenza (lancia e spada corta).
Nelle Saghe norrene si fa riferimento a dei particolari guerrieri che, addestrati con tecniche sciamaniche, formavano gruppi di combattenti particolarmente potenti e temuti dagli avversari.
Questi combattenti si distinguevano in tre caste:
1. Berserker (Uomini-Orso)
2. Ulfedhnar (Uomini-Lupo)
3. Svinfylking (Uomini-Cinghiale)
Votati a Odino/Wotan, questi Guerrieri Sacri, erano in grado di canalizzare quella potente energia conosciuta come Ond e, tramite particolari rituali, ad entrare nella condizione di Wodhiz (furore guerresco ispirato). Questa frenesia permetteva loro di recarsi in battaglia seminudi, indossando solo la pelle del loro animale totemico. Prima del combattimento venivano presi da questa estasi mistica, ringhiando, ululando e ruggendo e nella mischia dimostravano una forza disumana, non avvertendo il dolore delle ferite e combattendo come “belve inferocite”.
Si è ipotizzato che i guerrieri totemici scandinavi e germanici, per ottenere questi effetti, assumessero prima della battaglia birra e amanita muscaria, un potente fungo allucinogeno, oltre che un notevole stimolatore dell’attività psico-fisica.
Una particolare attenzione meriterebbe in questo senso il concetto della bevanda sacra che mette in contatto l'uomo con le divinità, cosa questa che non è assolutamente estranea alle prime culture indeuropee (cfr. la figura del dio-bevanda "Soma" ne "Le Sorti del Guerriero" di Dumezìl).
Di fatto i Berserker e gli Ulfhednar erano Guerrieri Sacri ad Odino/Wotan, e secondo il mito era proprio lui ad indurre l'estatico stato di Furia, fino a provocare delle vere e proprie trasformazioni sul piano fisico.
Per comprendere maggiormente l’aspetto del Wodhiz è necessario innanzitutto analizzare la sfera semantica della radice indoeuropea di Wotan che è wat e che sta ad indicare la “furia divina” (di cui anche l’antico irlandese faith cioè veggente, profeta). Wat è la dimensione sovrumana alla quale si apre appunto il Guerriero Sacro e attraverso la quale egli raggiunge lo stato di estasi guerriera chiamato appunto Wodhiz. Esso è dunque il trascendere della dimensione umana ed entrare in quella divina, incanalando l’energia sovrumana usata poi in battaglia. Si è a conoscenza che per canalizzare questo stato, si effettuasse un rito chiamato Hamrammr, “mutamento di forma” e che per ottenere ciò si usassero principalmente tre sistemi: l’uso di droghe, la bevuta rituale e la danza rituale.
1- Il primo sistema riguardava sostanzialmente quanto descritto sopra circa la mescolanza dell’amanita muscaria tagliata a fette e integrata con altre erbe, mescolata con birra, “ricetta” della quale però attualmente non si più nulla, almeno stando alle nostre informazioni. L’uso del fungo allucinogeno sembra fosse proprio dei Berserker.
2- attraverso il Bragafull, la bevuta rituale tracannando una birra molto forte, ma non è chiaro se con l’aggiunta di pezzi del fungo allucinogeno.
3- la Danza di Guerra dei Guerrieri intorno al Fuoco (più adatta agli Ulfedhnar) sempre con l’uso ritualizzato di più corni di birra (privi con molta probabilità dell’amanita muscaria).
Inoltre la figura del guerriero sciamanico nordico si fonda principalmente sul "Contratto col Dio", ottenendo da esso protezione. Si sa infatti che Odino/Wotan, fecondo di vittoria (Sigrsaell) benedice i suoi imponendo loro le mani sul capo (gaf heim bjanak) in un gesto ieratico, veicolo di sicura protezione.
Era questa somma di cose che permetteva al Guerriero di incanalare la potente energia del Wodhiz, energia che lo portava a contatto con il Berserkrgangr, chiamato anche la “furia del Berserkr”, termine questo usato anche per gli Ulfedhnar.
E’ da notare che dalle Saghe si è creata spesso una confusione tra i Berserker e gli Ulfedhnar e questo probabilmente dovuto anche al fatto che in alcuni dei loro nomi vi erano elementi sia del lupo che dell’orso. Si ha notizia di nomi come Bjornulfr o Bjarnhedinn e così via. Questo può sicuramente essere stato un elemento che ha permesso di creare un po’ di confusione nell’attribuzione di aspetti relativi alle due confraternite guerriere (Mannerbunde in lingua Sassone).
Al contrario di quello che si dice comunemente sui Guerrieri Sacri, l’Uomo-Orso combatteva da solo mentre l’Uomo-Lupo combatteva in gruppo.
E’ più facile supporre che al Berserkr (singolare di Berserker) occorresse la spinta dell’allucinogeno, mentre l’Ulfedhinn (singolare di Ulfedhnar) ricorresse alla “forza del branco” e alle Danze di Guerra, insieme naturalmente all’assunzione di bevande che aiutassero ad indurre lo stato di estasi guerriera.
I Guerrieri Sacri erano tali non solo perché erano votati a Odino, ma perché erano a tutti gli effetti degli Sciamani (proprio come il Grande Padre) e ricevevano tutto l’addestramento sciamanico necessario, con la differenza che venivano addestrati solo per la guerra. In genere chi aderiva a queste confraternite era un individuo che riceveva una Chiamata o che aveva un Sentito profondo che andava al di là della ragione umana e che lo spingeva ad aderire, spesso giovanissimo, a questi tanto particolari quanto speciali gruppi di guerrieri.
Sopra tutti si noti la capacità di questi individui, riportata in talune Saghe, di combattere contro le schiere nemiche lasciando il loro corpo addormentato nella tenda……(altro elemento sciamanico).
I Berserker furono per lunghissimo tempo le guardie del corpo del re di Norvegia. Essi traevano la forza dall’orso, loro animale totemico (la parola scandinava Bar/Ber sta ad indicare l’orso e la sua forza).
La parola scandinava ulf (wulf in lingua tedesca e wolf in lingua inglese) significa lupo e allo stesso modo dei loro “cugini” Orsi, traevano e utilizzavano la forza dal loro Animale Totemico: il lupo.
Il giaco di pelle degli Uomini-Lupo era chiamato Vargstakkar.
Anche in ambito celtico si ritrovano elementi molto simili ai Guerrieri Sacri nordici: Radnor, principe gallese, muove guerra ai suoi nemici in forma di lupo; il libro scritto all’incirca nel 13° secolo "Le meraviglie dell’Irlanda" sostiene che "esistono alcuni uomini che hanno il potere meraviglioso di assumere a loro piacere la forma di un lupo" e anche nella letteratura arturiana (peraltro molto influenzata dalla religione emergente del cristianesimo) si fa riferimento ad un cavaliere di nome Ulfius (evidente la radice scandinava del suo nome), assistente di Uther Pendragon, che viene consegnato alla storia contemporanea come appartenente al Clan del Lupo. Un fatto che forse può indicare un possibile influenzamento delle genti scandinave su quelle celte anche in fatto di Sciamanesimo, benché non esistano prove concrete di uno Sciamanesimo Celtico, almeno rispetto ai parametri standard attraverso i quali si identifica un percorso sciamanico.
E ancora le gesta del leggendario eroe irlandese Cuchulainn, al quale spuntavano più occhi durante la battaglia e che arriva persino ad uccidere suo figlio perché non lo riconosce, in quanto pervaso dal furore guerriero. Nel Tain Bo Cualnge si legge: “per acquietare la sua collera gli accostavano tre mastelli di acqua fredda. Lo si immergeva nel primo ed egli riscaldava l’acqua contenutavi in tal modo che questa dirompeva spezzando il contenitore di legno ed i cerchi che lo cingevano proprio come succede quando si schiaccia il guscio di una noce. Nel secondo mastello l’acqua formava delle bolle grandi come una mano. Nel terzo infine c’era ancora un calore così alto che alcuni lo sopportavano ma altri sicuramente no.” Anche per i Guerrieri scandinavi il calore poteva essere un problema, al punto tale che un eccesso di esso poteva ucciderli.
In ultimo una piccola nota sugli Svinfylking, gli Uomini-Cinghiale (dal norreno svin=cinghiale), dei quali pochissimo si sa se non che erano abili nei travestimenti, combattevano in gruppo con la disposizione a "Testa di Cinghiale" particolare formazione a cuneo che permetteva loro di insinuarsi meglio e di aprire il fronte nemico. I due primi Svinfylking che componevano la testa del gruppo erano chiamati "Rani", cioè "musi" ed erano i due migliori combattenti d’ascia.

 
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