| La sua storia è antica, tanto lontana che l’uomo vede svanire i propri ricordi: al tempo delle pietre già esisteva. Da remoti scritti si legge che il nome del Sambuco derivava da uno strumento musicale triangolare a corde che usavamo gli antichi romani e greci, la "Sambuca". Questa pianta magica, alquanto inquietante, è chiamata albero del "Flauto Magico". Nell’antica storia del Celti si racconta che nel sambuco dimorasse una fata dai lunghi capelli d’oro dal nome Holda; con lei, nascosti tra i cespugli, c'erano solo gli elfi. A quei tempi, non c'era contadino che dinanzi a questo sacro arbusto non si inchinasse. Per sette volte egli si prostrava, perché sette erano i suoi doni. In sette parti il Sambuco donava se stesso per il bene della povera gente: la sua resina, per placare il dolore delle lussazioni; il decotto di radice per la gotta; la sua corteccia era un riequilibrante intestinale e serviva anche per cistiti e orzaioli; le sue foglie curavano la pelle, i frutti le bronchiti ed i mali invernali; l’infuso di fiori depurava ed infine dai germogli si otteneva un potente decotto che calmava le nevralgie.
Nelle baite di montagna il Sambuco trionfava. Sii affermava che proteggesse il bestiame e i contadini da malattie e serpenti velenosi. A valle, nelle case benestanti, il legno di Sambuco serviva a tener lontano i ladri. Nella leggenda del Flauto magico si racconta che questo strumento fatato fosse intagliato nel legno del Sambuco: il suo magico suono era sicura protezione dai sortilegi… Nella nota opera di Mozart si racconta che la Regina della Notte fece dono a Tamino di un flauto, e subito lo strumento divenne d’oro: nei momenti di pericolo, se suonato, liberava gli sventurati da situazioni pericolose o difficili. Concludo con un vecchio detto contadino: mai bruciare il Sambuco (ancora oggi si crede che bruciare il suo legno porti male e che le sue ceneri aprano al diavolo la porta di casa).
Curarsi con il Sambuco
Per cistite, reumatismi e artrite: Vino di Sambuco Lasciare 100 g. di corteccia di sambuco in infusione per 30 giorni in un litro di vino bianco, agitando il recipiente ogni giorno. Poi filtrare e bere due cucchiai di vino diluito in acqua due volte al giorno.
Per curare l'orzaiolo e come tonico per la pelle, mettere 3 pugni di fiori freschi o essiccati di sambuco in un litro di acqua bollente; mescolare bene e far macerare i fiori per 10 minuti, poi filtrare; usare l'infuso, una volta raffreddato, come se fosse un tonico sulla pelle, distribuendolo con un fiocco di cotone; per l'orzaiolo, mettere compresse sugli occhi, ogni sera, e tenerle per 15 minuti.
Tratto da: specchiomagico.net
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