CITAZIONE (~ªMarius~ @ 18/11/2009, 01:39)
Ciao a tutti, in qualsiasi forum io abbia girato non ho mai potuto leggere tra le culture pagane , wicca , sciamaniche etc etc nessun cenno sulla cultura dei morti.
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...ma l'intento iniziale era di discutere i rituali funebri pagani.
E' vero, non se ne discute molto. Non perché non ci piaccia parlare di morte, piuttosto perché tutto ciò che annesso con la fine di un ciclo e l'inizio di uno nuovo (cosa che altro non è la morte) riguarda l'intimità di colui che diviene parte del cambiamento e di coloro che dovranno consetire il 'passaggio'. Tramite il rito, appunto.
Al di là di questa motivazione, che implicitamente sottolinea il rispetto e la sacralità del 'non sbandierare ai quattro venti' la celebrazione del passaggio, c'è anche il fatto che per praticare certi riti bisogna prima di tutto essere responsabili e consci di quello che si sta per fare.
Ho letto le volontà prima esposte e devo dire che tutte sono dotate di grande fascino e simbolismo.
Voglio raccontare un episodio di cui sono a conoscenza, ove ho potuto presenziare solo con lo spirito, ma che ritengo possa fornire un dono. Senza entrare nei dettagli, perché non è necessario.
Quando morì la Sacerdotessa del mio migliore amico nonché Sacerdote, venne celebrato un funerale pagano senza purtroppo avere a disposizione le ceneri della defunta: il marito di lei (cattolico) non acconsentì alla consegna per il funerale pagano e le riservò il funerale cattolico (sebbene questo lei non lo avesse mai desiderato). Almeno fu cremata. Questo non fermò i devoti della Confraternita che lei fondò, nè tantomeno il mio migliore amico che organizzò il rituale. Ogni volta che ci penso mi commuovo da quanto era coinvolgente e toccante. Il gesto emblematico che consentì all'anima di lei di accedere ai Campi Elisi fu quello di 'rompere', con un martello consacrato, un urna in argilla nella quale era custodita una corda: la corda avrebbe rappresentato il cordone che legava ancora l'anima di lei a questa esistenza che più non le apparteneva (le ceneri seppellite nella terra); la rottura dell'urna avrebbe consentito la rottura anche del legame a questa esistenza, consentendole il passaggio ad un nuovo stato, quello che le avrebbe consentito di iniziare il suo nuovo ciclo. E posso dire che ha funzionato.
Questo per dire che il rito vero sta nell'onorare veramente l'anima del defunto. Importa solo che si onori il ricordo e si celebri il rispetto dovuto con la benedizione di Coloro che governano il Cosmo e il suoi cicli. Tramite rituali che rammentino le vere origini della morte, del concetto di 'inizio' e 'fine' come polarità componenti la ciclicità e la dinamicità dell'esistenza. Tramite i richiami che la celebrazione funebre rievoca, i simbolismi e le volontà del defunto.
Detto questo, quando sarà la mia ora vorrò essere cremata. Per tempo metterò per iscritto il rituale che voglio che sia celebrato di modo che chi sarà coinvolto potrà preparare il tutto per tempo. Nel caso non facessi in tempo causa 'imprevisti', le persone a me vicine sannò già quello che dovranno fare. Non sento di esternarlo qui, lo considero davvero un argomento intimo di cui io stessa faccio 'fatica' a parlarne. (Fatica non per paura, ma per rispetto).